Della Luna

di Flavio Pelliconi


Il mese lunare si suddivide principalmente nelle due fasi crescente e calante. Dice il proverbio: «Gobba a Ponente, luna crescente, gobba a Levante, luna calante». Purtroppo la maggior parte di noi non riesce a orientarsi, e così, osservando la luna, non capisce mai se sia crescente o calante. Meglio ricorrere a un altro metodo, che prescinda dai punti cardinali: quando la gobba ricorda la forma di una D, la luna è crescente, mentre quando ricalca la forma di una C è calante. Basta ricordare la parola chiave «ci-cala» per vedere se la luna che stiamo osservando in cielo ha una gobba a forma di C oppure no e capire all'istante se la fase è crescente o calante senza ricorrere al lunario.

Fasi lunari

Generalmente la fase crescente è ritenuta propizia (fas) e la calante no (nefas). Era così anche nell'antico calendario lunare romano, precedente la riforma di Giulio Cesare. Nel calendario lunare buddista fa eccezione a questa regola il mese di Vesak (aprile-maggio) che è ritenuto fasto in entrambe le fasi.

Il mese lunare corrisponde alla rivoluzione sinodica della Luna e comincia col Novilunio, ossia con l'apparente congiunzione di Sole e Luna. L'inizio del mese lunare era detto, in latino, Calendae, ossia "che debbono essere chiamate". Toccava infatti ai pontefici «chiamare» l'inizio del mese il giorno successivo al Novilunio, allorché la Luna esce dalla «combustione» provocata dalla «vicinanza» col Sole. Il termine calende, poi, com'è noto, ha dato origine alla parola calendario, che significa, alla lettera, elenco dei giorni d'inizio dei mesi lunari. Le calende, infine, erano una caratteristica del calendario latino, tanto che «rimandare alle calende greche» significa rimandare indefinitamente. Infatti i greci, che si rifacevano a un calendario solare, non avevano calende.

Il giorno del Plenilunio è solitamente il 15° del mese lunare. Nel lunario latino era detto idus (idi), in quello vedico purnima, che significa «pienezza». Altre due giornate importanti per il ciclo lunare sono il Primo Quarto, quando la luna in cielo fa una D perfetta (le nonae dei latini) e l'Ultimo Quarto, quando la luna ha la forma inversa. Il termine Quarto si riferisce al ciclo lunare, perciò, nei giorni dei «quarti», quel che si vede in cielo è, in effetti, una mezza luna.

I giorni di Novilunio, Primo Quarto, Plenilunio e Ultimo Quarto sono, nella liturgia buddista, i giorni uposatha ossia, letteralmente, giorni di digiuno, ma in effetti, giorni in cui dedicarsi con più zelo alla pratica. Infatti i monaci buddhisti praticano il mezzo digiuno e non il digiuno totale, astenendosi dal cibo dopo mezzogiorno. Nei giorni uposatha i laici fanno visita ai monasteri e per un giorno adottano la regola di fare un solo pasto, di non adornarsi, né profumarsi, né ballare, cantare ecc., per dedicarsi al silenzio e alla meditazione. Nei giorni di Novilunio e Plenilunio, inoltre, la regola monastica (patimokkha) viene letta alla riunita assemblea della comunità monastica.


Om sweet Om