«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!»


Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo!

Uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcun altro, all’infuori di noi, possa essere il nostro padrone.

Sheldon B. Kopp




«Se incontri il buddha per la strada, uccidilo!» è un koan e come tale non ha un significato preciso. Forse non ne ha nessuno, forse ne ha centomila. A me dice che tutti noi, più o meno consciamente, abbiamo introiettato un modello di perfezione, cui abbiamo dato un nome altisonante: «buddha», per esempio. Ma questo non è il vero buddha. DarumaÈ un idolo creato dalla nostra stessa mente. Una proiezione, insomma, ottenuta cambiando di segno ciò che in noi percepiamo come «negativo». Dopo aver disconosciuto quel che in effetti non è che il nostro lato oscuro, lo proiettiamo fuori di noi, in cinerama e col dolby surround, trasfigurandolo. Togliamo l'«im» dall'imperfezione e ci illudiamo, in questo modo, d'aver ottenuto la perfezione. In realtà, abbiamo creato una caricatura autoreferenziale (clicca sull'immagine per ingrandirla). Uccidere questo buddha vuol dire volgersi finalmente verso la propria mente non per uniformarla a un «buddha» immaginario, ma per conoscerla così com'è, senza volerla ad ogni costo cambiare, e creando così lo spazio in cui il cambiamento diviene possibile.

Inserito Mer - Maggio 4, 2005, 07:24 p. in

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