Perché minuscola?

di Flavio Pelliconi


Io amo le cose ordinarie, quotidiane. Quelle cose che sono, appunto, impermanenti, insoddisfacenti, insostanziali. Se non fossero tali, non sarebbero amabili, non sarebbero belle. Non so se avete mai notato che la bellezza è preziosa proprio perché passeggera: ciò che è bello oggi, domani non lo sarà più; perciò per cogliere tutta la bellezza in cui siamo immersi occorre una grande attenzione. La bellezza è il nuovo, il fresco, l'improvviso, l'inatteso. Come diceva Faust, è bello l'attimo fuggente. E non "sebbene" sia fuggente come pensano alcuni, ma proprio "perché" fuggente. Ora, tutte queste care piccole e belle cose hanno nomi ordinari, comuni, che nessuno si sognerebbe mai di scrivere con la maiuscola: rosa, sorriso, raggio di sole, volo d'uccelli, nuvola, bacio, paio d'occhi attenti... Perciò, quando comiciano a entrare in ballo le maiuscole, io sento puzza di guai. Per intenderci, quando l'amore diventa l'Amore, e la sostanza diventa Sostanza e il cielo diventa il Cielo e così via mi prende prima un gran disagio, e poi una struggente nostalgia della minuscola felicità schiacciata dalle Maiuscole. Fateci caso anche voi: quelli che scrivono con le Maiuscole non hanno mai dubbi. Sanno tutto loro. E' normale. Infatti sono le Maiuscole ad essere Eterne, Immutabili, Permanenti, Sostanziose. Mica robetta di tutti i giorni che si possa scrivere in modo ordinario! Allora, dicevo, quando incontro qualche tifoso dell'Amore Maiuscolo, della Sostanza Maiuscola, dell'Essere Maiuscolo, del Sé Maiuscolo, io mi faccio piccolo piccolo, minuscolo, appunto, e cerco di farmi da parte. Perché non si sa mai...


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