Mangiare il tempo

di Maha Ghosananda

(aggiornato il 16.03.2005)


Che cos’è la vita? La vita è mangiare e bere attraverso i sensi. La vita è anche stare attenti a non essere divorati. Che cosa ci divora? Il tempo. Che cos’è il tempo? Il tempo è vivere nel passato o nel futuro, nutrendo la mente reattiva. Sono rari nel mondo gli esseri che possono dire di essere stati sani di mente anche per un solo minuto. La maggior parte di noi soffre a causa della fame e della sete e perché si aggrappa a sensazioni piacevoli, sgradevoli o neutre. La maggior parte degli esseri viventi deve bere e mangiare a ogni istante attraverso gli occhi, le orecchie, la lingua, la pelle, il sistema nervoso. Mangiamo ventiquattr’ore al giorno, senza tregua. Siamo avidi di cibo per il corpo, per le sensazioni, per la volontà, per la rinascita. E noi siamo quel che mangiamo. Siamo il mondo e mangiamo il mondo. Il Buddha pianse quando vide il ciclo senza fine della sofferenza: l’insetto mangia il fiore; la rana mangia l’insetto; il serpente mangia la rana; l’aquila mangia il serpente; la tigre mangia l’aquila; il cacciatore uccide la tigre; arrivano gli insetti e la mangiano; gli insetti depongono le uova nel cadavere; le uova diventano insetti, gli insetti mangiano i fiori, le rane mangiano gli insetti...

La ruota della vita Nelle storie tradizionali della Cambogia si narra di un gigante con molte bocche che mangia ogni cosa. Anche il tempo è un divoratore. Quel gigante è il tempo. Se tu mangi il tempo, consegui il nirvana. E tu puoi mangiare il tempo vivendo nel momento presente. Se vivi proprio in questo momento, il tempo non ti può mangiare. Perciò il Buddha disse: «Io insegno solo due cose: la sofferenza e l’estinzione della sofferenza». La sofferenza, il mangiare e le sensazioni sono esattamente la stessa cosa. Tutti i tipi di sensazione sono sofferenza, piene di vanità, piene di un «io sono». Vedendo con chiarezza la natura delle sensazioni possiamo realizzare la felicità pura del nirvana. Emozioni e sensazioni ci procurano sofferenza, perché non riusciamo a comprendere la loro impermanenza. Il Buddha chiese: «Come può una sensazione essere permanente, dato che dipende dal corpo, che è impermanente?». Se non controlliamo le nostre emozioni, sono loro che ci controllano. Se viviamo il momento presente, siamo in grado di vedere le cose per quel che sono. Cosí facendo possiamo porre termine ad ogni desiderio, spezzare le catene e ottenere la pace. Il mondo è creato dalla mente. Se controlliamo le emozioni, allora controlliamo la mente. Se controlliamo la mente, dominiamo il mondo. Nella meditazione rilassiamo il corpo, sedendo comunque ben eretti e, seguendo il respiro o un altro oggetto di concentrazione, arrestiamo gran parte dei pensieri. Quindi non veniamo piú sbattuti qua e là dalla forza delle emozioni.

Il pensiero crea le emozioni, e le emozioni creano il pensiero. Essere liberi dall’aggrapparsi al pensiero e alle emozioni è il nirvana, la piú alta, suprema felicità. Vivere senza soffrire significa vivere sempre nel presente. La piú grande felicità è qui e ora. Il tempo non esiste assolutamente se non ci aggrappiamo ad esso. Fratelli e sorelle, per favore, mangiate il tempo!

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Nota: Il Ven. Maha Ghosananda (conosciuto popolarmente come il Gandhi di Cambogia) è un attivista per la pace, vincitore dell’Alternative Peace Prize, nominato nel 1996 per il premio Nobel per la pace, monaco buddista e supremo patriarca del buddismo cambogiano. Il brano soprariportato è tratto da Step by step: meditations on wisdom & compassion, edito da Parallax Press, Berkeley, CA, USA, che si ringrazia per il permesso di traduzione e stampa. Trad. di Sergio Orrao (1995) [torna al testo].

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