La sposa-fata


Quando il mondo sorge in me, è solo un'illusione: un miraggio che brilla nel sole, una vena d'argento nella madreperla, un serpente in una fune arrotolata. Il mondo fluisce via e si dissolve in me, come un bracciale si fonde nell'oro, come un vaso si sgretola in argilla, come un'onda svanisce nell'acqua.

(Ashtavakra Gita 2:9-10)


Si dice che nel bosco, là dove il fiume s'incontra col lago, vivano certe fate travestite; e si vede che sono fate solo dopo che si sono dileguate. In questo bosco arrivò un Principe, e quando giunse dove il fiume s'incontra col lago, vide una fanciulla di villaggio che sedeva sulla riva e increspava l'acqua per far danzare i gigli.

Egli le chiese a bassa voce: «Dimmi, che specie di fata sei?». La fanciulla rise alla domanda e i fianchi del colle echeggiarono del suo gaio riso. Il Principe pensò che ella fosse la fata ridente della cascata.

Jia-Lu: Lotus Bearer
Giunse la nuova al Re che il Principe aveva sposato una fata e mandò uomini e cavalli e li fece portare alla sua casa. La Regina vide la sposa e volse altrove la faccia, delusa; la sorella del Principe si fece tutta rossa, indispettita; e le ancelle si domandarono se era così che vestivano le fate.

Il Principe disse piano: «Zitti! La mia fata è venuta a casa nostra travestita».

Il giorno della festa dell'anno la Regina disse a suo figlio: «Di' alla tua sposa di non farci far brutta figura con i nostri parenti che vengono a vedere la fata». E il Principe disse alla sua sposa: «Per amor mio mostrati come sei veramente al mio popolo». A lungo ella sedette in silenzio poi accennò di sì col capo, mentre le lacrime le scendevano giù per le gote.

Era il plenilunio e il Principe, vestito del suo abito da sposo, entrò nella stanza della sua sposa. Ma non vi era nessuno, nulla eccetto una striscia di chiaro di luna, che dalla finestra attraversava il letto.

I parenti si accalcavano per entrare con il Re e la Regina; la sorella del Principe stava vicina alla porta. Tutti chiedevano: «Dov'è la sposa-fata?». Il Principe rispose: «Per farvi vedere che era una fata se n'è andata per sempre».

(Rabindranath Tagore, Collected Poems, III, XXVII)

Inserito Gio - Aprile 21, 2005, 11:54 m. in

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