A scuola di tenerezza

A Foggia conferenza di Lama Lodro: "È proprio in una società come quella odierna, dove lo stress è la causa primaria della sofferenza, che si apprezza meglio la pacificante pratica della meditazione".

La rinuncia di SiddhattaSiddhatta Gôtama era il principe d'un regno al confine indo-nepalese. Sebbene fosse cresciuto in una splendida agiatezza, nessuna ricchezza materiale e nessun piacere sensoriale riuscirono a celare, agli occhi del giovane, le innumerevoli imperfezioni della vita. Perciò si diede alla ricerca di una via d'uscita dall'universale sofferenza. Questo principe divenne poi noto con l'appellativo di Buddha, ossia il Risvegliato, un uomo che ha conseguito profonda saggezza grazie a lunghi anni di meditazione. Di questo s'è parlato durante la conferenza di Lama Lodro, al secolo Jean Paul Niel, avente come tema "Pace e Buddismo", tenutasi ieri pomeriggio nella Sala Rosa del Palazzetto dell'Arte di Foggia. Il Lama ha voluto iniziare il dibattito con un minuto di meditazione, un minuto di totale abbandono in cui il solo rumore udibile erano l'inspirazione e l'espirazione dei presenti. Nato in Francia nel 1954, Lama Lodro ha incontrato il Dahrma del Buddha a 21 anni. Ha studiato il tibetano, uno dei 4 rami della religione, e nel 1985 ha compiuto il tradizionale rito dei tre anni che gli ha permesso di diventare un insegnante buddista. Da più di 2500 anni il Buddismo è fonte d'ispirazione per molte civiltà evolute, milioni di persone in tutto il mondo ne stanno adottando i principi pacifisti come linee-guida della propria vita. Infatti - ha aggiunto il Lama - è proprio in una società come quella odierna, dove lo stress è la causa primaria della sofferenza, che si apprezza meglio la pacificante pratica della meditazione, parte centrale della via buddista (Tatiana Bellizzi per Teleradioerre)

Commento:

È un interessante approccio al Buddhismo il tema proposto il 25 febbraio dall'associazione «Palabre» a Foggia da Lama Lodro, al secolo Jean Paul Niel, che da circa trent'anni s'è dedicato all'approfondimento della tradizione buddista tibetana.

Non è facile tracciare un quadro organico del pensiero buddista nello spazio di mezzo pomeriggio, sia per la sua complessità, sia per la conoscenza ancora poco diffusa dei suoi elementi fondamentali. Per questo Lama Lodro ha ritenuto opportuno esporre la vita del Buddha storico, come approccio pratico, cui ha fatto seguito l'incontro di meditazione il 26 febbraio presso la palestra «Energicamente».

Numerose sono le tradizioni buddhiste che nella loro pluralità da 2500 anni continuano a diffondere e sperimentare la validità degli insegnamenti del Buddha Siddharta Gautama, un nobile rampollo di un piccolo regno del Nepal, il quale preferì indagare sull'animo umano e sperimentare come non essere sopraffatti dalla sofferenza, piuttosto che vivere la dorata e facile vita di corte. Con il suo esempio ha così indicato che il gusto di vivere trae il suo alimento dall'occuparsi della vita stessa, delle gioie e dei dolori che tramano l'ordito e dipingono l'arazzo dell'esistenza.

Lama Lodro ha chiesto notizie sulla città di Foggia e quando ha saputo che in origine la zona era paludosa ha ricordato la figura di Cenresi forma simbolica dell'amore/compassione (trad: sguardo d'amore che vede tutti gli esseri). Presenta nella mano sinistra un fiore di loto, che simboleggia la mente risvegliata, cioè libera dalla confusione. È un fiore bellissimo che ha la particolarità di crescere nella palude, nel fango nauseabondo e ripugnante.

Questo simbolo rappresenta la base, il terreno emozionale, con tutta la sua conflittualità, le sabbie mobili delle passioni umane, da cui nasce questo splendido fiore, la realizzazione spirituale, che non viene quindi dal cielo, ma dalla terra.

E' così che avviene la trasmutazione alchemica del piombo in oro, del fango in fiore, del malessere in realizzazione spirituale. Paradossalmente potremmo dire che è la melma dei difetti il terreno fertile per far fiorire la qualità di esseri umani.

Ma se l'esposizione può essere semplice e relativamente breve, la realizzazione lo è molto meno.

È piu' semplice bonificare l'ambiente fisico della palude o il nostro ambiente interiore o, peggio ancora, quello sociale, che a Foggia è rimasto, per alcuni versi, paludoso e stagnante?

Questo è il punto di partenza della tradizione e dei metodi buddhisti per accompagnare i coraggiosi che vogliano uscire dalla confusione.

Perché ci vuole coraggio e questo si può trovare con la fiducia che niente è irreversibile e che si può intraprendere il percorso che conduca alla trasmutazione.

Qualcuno osservava che la moda di fare meditazioni buddiste negli stage per manager fosse un'incongruenza. Lama Lodro spiegava che ai manager viene insegnato essenzialmente un concetto: quello di interdipendenza, necessario per far funzionare il gruppo di lavoro, quindi l'abbandono dell'egoismo e il riconoscimento dell'altro e delle sue qualità. Da questo apprendimento scaturisce la necessità della tenerezza, perché ognuno si senta a suo agio nel gruppo e si muova più sicuro nel lavoro. Se una persona viene a contatto con queste esperienze e le fa sue nell'agire quotidiano, qualcosa poi succede, conclude Lama Lodro.


Silvia Marangelli

Inserito Sab - Febbraio 26, 2005, 12:06 p. in

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