Bhutan: vietato fumare anche all'aperto

Tempi duri per i fumatori del Bhutan, piccolo regno himalayano incastonato tra l'India e il Tibet. A soli due mesi dalla decisione del re Jigme Singye Wangchuck di vietare la vendita del tabacco in tutto il regno, il governo ha deciso di vietare il fumo non solo in tutti i locali pubblici del Paese, ma anche «in tutti i posti — recita l'ordinanza — dove c'è possibilità che ci sia gente», quindi «anche all' aperto» …

Paesaggio del BhutanSecondo questa indicazione, il divieto è esteso ai parchi, alle discoteche, centri sportivi, centri commerciali, bar ristoranti e persino nei mercati e durante le feste pubbliche e parate militari. Non ci saranno angoli riservati ai fumatori da nessuna parte. Il bando tende a far diventare il Bhutan, che è grande quanto la Svizzera, uno Stato completamente libero dal fumo.

La decisione del governo è giunta inattesa: il monarca assoluto del piccolo regno, infatti, è un accanito fumatore, tanto da mettere in crisi il protocollo indiano durante l'ultima festa nazionale dell'India, durante la quale il re era l'ospite principale. Il governo ha spiegato il bando con il maggior interesse per la salute e per tenere pulita l'area del regno, in previsione anche di un maggiore afflusso turistico.

A differenza infatti del vicino Nepal o del Tibet, il Bhutan, di maggioranza buddista, è una piccola oasi incontaminata di tradizioni, cultura, monasteri, montagne, vallate e aria buona. E i controlli, come le polemiche, non si stanno facendo attendere. Agenti di polizia della capitale Thimphu hanno sequestrato una decina di licenze di vendita del tabacco. Ma nei villaggi la gente continua a fumare e, soprattutto, a masticare il tabacco.

Questa potrebbe essere la strada per i tabagisti: sono molti infatti i bhutanesi che stanno ritornando a masticare il tabacco, abitudine soppiantata, una ventina d'anni fa, dalle sigarette confezionate. Come in ogni parte del mondo, anche in Bhutan il divieto di fumo e di vendita di tabacco sta alimentando il contrabbando.

Dall' India e dalla Cina arrivano le bidi, le tipiche sigarette indiane, e quelle cinesi confezionate. A Thimphu, secondo la polizia, diverse case private stanno diventando vere e proprie fumerie dove non solo si fuma, ma si riescono ad acquistare anche i prodotti del tabacco. Ieri gli agenti hanno sequestrato 72 chili di tabacco da masticare in un appartamento gestito da un immigrato indiano, che è stato arrestato. 37, invece, le scatole di sigarette di contrabbando bloccate all'aeroporto della capitale bhutanese. «Ma è difficile controllare tutto — spiega Jigme Syngie del ministero della salute — perchè non è possibile verificare tutti i camion che entrano attraverso le nostre frontiere».

Le proteste non si sono fatte attendere: centinaia di persone hanno manifestato davanti alla sede del ministero della salute, e sembra che lo stesso monarca abbia espresso la sua disapprovazione per la nuova legge. «È una scelta draconiana — riferiscono i manifestanti al quotidiano bhutanese Kuensel — che lede anche i nostri diritti personali. Vogliamo essere liberi di fumare a casa nostra». Dal ministero della salute fanno sapere di non voler cedere. «Nessuno — riferisce un portavoce — potrà più fumare in nessun luogo in Bhutan. Dobbiamo preservare la nostra salute e il nostro ambiente. Non faremo sconti e la polizia sta effettuando diversi controlli. Ci dispiace per i turisti, ma devono capire che lo facciamo anche per loro».

Fonte: TicinOnLine

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Inserito Mer - Febbraio 23, 2005, 12:16 m. in

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